Di Valeria Menichini
I ricercatori della Lumiere Technology, un’azienda francese specializzata nell’analisi digitale di opere d’arte, hanno rivelato che Leonardo da Vinci ha usato colori ben più vivaci e luminosi di quelli che possiamo osservare oggi. Vediamo cosa ha rivelato il loro lavoro.
Analisi scientifica Monna Lisa
L’ analisi scientifica contactless di Mona Lisa è stata effettuata dal laboratorio francese con CRISATEL. La fotocamera inventata da Pascal Cotte è la prima fotocamera multispettrale, ipersensibile e ad alta risoluzione al mondo. Una vera innovazione che permette di raccogliere dati senza toccare il dipinto nella massima sicurezza. La risoluzione è di 240.000.000 pixel e fornisce più di 3 miliardi di misurazioni scientifiche.
CRISATEL esegue la scansione del dipinto ad altissima risoluzione e procede a 13 passaggi.
Ogni passaggio corrisponde a uno spettro luminoso molto specifico.
Una volta digitalizzato, inizia un grande lavoro di analisi e ricerca.
Il processo di analisi scientifica attraverso l’elaborazione digitale è appena iniziato.
Analisi dei dati digitali
L’analisi dei dati raccolti da CRISATEL, la fotocamera multispettrale, permette:
- Riconoscere i pigmenti utilizzati sul dipinto. Si tratta di un passo importante, infatti, i pittori usavano tale minerale o tale pianta per creare un colore, a seconda del loro tempo e della loro area. È quindi importante collocare il dipinto in un corpus di pigmenti cronologici e geolocalizzati.
- L’analisi delle basse frequenze (infrarossi) e delle alte frequenze (ultravioletti) fornisce indicazioni molto preziose ed evidenzia ciò che è invisibile all’occhio umano.
- L’analisi incrociata dei dati mette in evidenza i disegni sottostanti.
La Monna Lisa è stata dapprima fotografata con CRISATEL ricavando dati digitali per 13 misure multispettrali al alta risoluzione, dall’UV all’infrarosso, che hanno permesso di isolare lo spettro dei colori in ogni pixel.
È bastato poi rimuovere digitalmente ad ogni scansione, lo spettro della vernice di cui si è potuta calcolare la curva, in modo che appaia virtualmente una Gioconda “sverniciata”, come uscita dalla bottega di Leonardo da Vinci.
Monna Lisa tiene una coperta sulle ginocchia
Nonostante si trovi sulla parte cosiddetta “incompiuta” del dipinto, Monna Lisa reggerebbe sulle ginocchia una coperta il cui materiale appare all’infrarosso diverso dai suoi vestiti, probabilmente si trattava di una pelliccia.
Le dimensioni armoniche
Conosciamo il rigore matematico di Leonardo che rispettava il rettangolo armonico (la diagonale del quadrato compreso nel rettangolo è uguale all’altezza del rettangolo) come “proporzioni divine” essenziali all’armonia di un ritratto.
Data la totale assenza di distorsione della misurazione ottica eseguita dai tecnici francesi le misure hanno riportato una larghezza di 53,2 cm, mentre originariamente doveva essere di 55,5 cm.
La tavola su cui è stata dipinta la Gioconda si è ridotta nel corso dei secoli di 2,3 cm.
Una piccola macchia svelata
L’analisi multispettrale del dipinto ha rivelato una minuscola macchia di minio arancione nel mezzo del cielo, a riempimento di una fessura invisibile. Si tratta di particelle di minio, probabilmente utilizzato a seguito di una manipolazione o di una manutenzione all’epoca in cui l’opera era sprovvista di vetri di protezione.
È possibile un restauro?
La tecnica dello sfumato usata da Leonardo da Vinci, rende pericoloso ogni restauro. Secondo lo specialista francese Jacques Frank , “il tentativo di sverniciare Monna Lisa rischierebbe di intaccare irrimediabilmente il disegno stesso, a rischio di veder sbiadire il suo famoso sorriso, essendo la vernice fusa con i pigmenti fin dall’inizio”.
Per saperne di più: https://lumiere-technology.com/leonard-de-vinci/la-joconde-mona-lisa/